Un viaggio verso una località abbandonata da decenni e dove il tempo si è completamente fermato, questo luogo tutto italiano è quello giusto per stuzzicare la propria voglia di mistero
Poche eccezioni smentiscono il fatto che i cambiamenti economici forgiano tanto la società di una nazione, quanto – un aspetto poco considerato se non dagli esperti – la morfologia di un territorio. L’Italia porta i segni di questo assunto: gli enormi flussi migratori dal sud verso il nord che hanno contraddistinto gli anni successivi al secondo dopoguerra hanno svuotato interi paesi e realtà locali, come solo sono riuscite a fare le storiche epidemie o la più antica migrazione verso le Americhe.
Il Meridione d’Italia rappresenta l’area che più ne ha pagato le spese di questo processo antropologico e sociale, in direzione di un futuro migliore per sé e per la propria famiglia. Negli ultimi anni, forse in virtù della sperimentazione di una cattività domestica di città (quella vissuta col Covid) e innestati di semi di una filosofia “slow” del vivere, si stanno riscoprendo alcune località testimoniate oramai da eremiti urbani del posto.
È in Italia la location perfetta per un “ghost tour”
Negli ultimi anni, il lavoro intellettuale di alcuni scrittori nonché di studiosi ha riacceso l’interesse per borghi e piccoli contesti urbani completamente integrati alla natura, e ha stimolato un cambio di vita per taluni nuclei familiari, in fuga dal caos di città, dall’inquinamento, dalla frenetica corsa di un tenore alienante. D’altro canto, alcuni Comuni a rischio di estinzione hanno premuto l’acceleratore per un possibile ripopolamento con iniziative amministrative, come bandi per agevolare l’acquisto e la ristrutturazione di immobili.
Sarà forse nei vari giri di ispezione che sarà sorta una tendenza tra i viaggiatori della ruralità: la ricerca di paesi abbandonati, le ghost town, vere e proprie località dove il tempo si è fermato e dove anima viva non mette piede da decenni. I “ghost tour” hanno talvolta permesso la riscoperta di ottime cornici e scenografie per il cinema e la divulgazione, fino al punto da toccare la risurrezione di un determinato luogo: si pensi, ad esempio, alla rinascita turistica di Matera dopo il successo internazionale del film Passion di Mel Gibson, girato proprio tra la città dei Sassi.
Mistero e fascino nel borgo fantasma di Craco
A proposito della Basilicata, una regione particolarmente colpita da un annoso spopolamento, non è raro trovare un borgo fantasma, perfetto per stimolare la propria voglia di mistero e per riavvolgere il nastro del tempo. L’esempio perfetto per questo fascino si chiama Craco, borgo in provincia di Matera. Il Comune conta circa 700 abitanti, ma al suo interno include un centro originario che negli anni Sessanta ha subito la sistematica evacuazione a causa di una frana.
Oggi, i suoi vicoli e le case arroccate sono silenziose e avvolgono il visitatore di un’atmosfera di mistero. Proprio il set di Passion ha trovato nel borgo la perfetta rappresentazione della salita al Calvario in Gerusalemme. Craco è collocato tra a poco meno di 400 metri di altezza, tra le colline che anticipano gli Appennini Lucani, tra praterie e calanchi (“canyon” rocciosi forgiati dall’acqua piovana nelle parti argillose).
Il bordo dista 60 chilometri da Matera, ma si può arrivare anche da Potenza, percorrendo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il più antico popolamento deriva da Bizantini e Normanni, poi. Nella storia recente, Craco è stato denominato il “Paese del grano” per la vasta produzione di frumento incentivata da un intenso latifondismo. La riforma agraria di metà anni Sessanta risultata iniqua dai contadini di quella terra e il cedimento del suolo causato dall’installazione di un nuovo sistema idrico sono state le motivazioni che hanno condotto all’abbandono. Ciò ha mantenuto intatti alcuni monumenti tutti da visitare: la Chiesa Madre, la Torre Normanna, la cinta muraria medievale e gli Edifici nobiliari, l’antico Monastero di San Pietro. Senza dimenticare il MEC, il Museo emozionale di Craco, all’interno del monastero.