Si diffonde sempre più anche nel nostro Paese il fenomeno degli Hikikomori. Ecco chi sono e perché sono in grande difficoltà.
L’esecutivo scende in campo per contrastare un fenomeno sempre più preoccupante che riguarda giovani e giovanissimi.
Hikikomori, chi sono? Si tratta di un fenomeno che ha preso il via nel Giappone degli anni Ottanta (da qui il termine che alla lettera significa “stare in disparte”, “distaccarsi”) per estendersi nei Paesi occidentali nel corso del nuovo secolo. Si tratta di una situazione di “ritiro sociale” degli adolescenti che si isolano dalla società per lunghi periodi di tempo e preferiscono rintanarsi in cassa tagliando tutti i ponti col mondo esterno.
Hikikomori, quanti sono e come aiutarli
Siamo davanti a un fenomeno esploso coi prolungati lockdown della pandemia e che porta i più giovani a trasformarsi in auto-reclusi senza più alcun contatto con gli altri. Ci si chiude in stanza con computer e telefonino, smettendo di uscire di casa e di frequentare scuola e amici.
Quanti sono i giovani che decidono di autoemarginarsi dalla società? Le stime dell’associazione nazionale Hikikomori Italia parlano di circa 100 mila giovani e giovanissimi che nel nostro Paese si sono volontariamente isolati dal mondo esterno e dalla società. Come si può vedere il fenomeno sta assumendo proporzioni e contorni preoccupanti. Da qui la presa di posizione del governo, intenzionato ad arginare una pratica distruttiva per il presente e il futuro delle giovani generazioni. Alla Camera dei deputati sono già passate delle mozioni riguardanti gli Hikikomori per puntare sulla prevenzione e sul contrasto a questa situazione.
Il Governo si muove per arginare il fenomeno Hikikomori
Per il momento si sta pensando di attivare progetti specifici presso i competenti ministeri al fine di prevenire e limitare il ritiro sociale dei giovani. Un’altra proposta è quella di istituire una commissione di esperti presso il ministero della Salute incaricata di elaborare un questionario condiviso utile per identificare i sintomi dell’isolamento sociale volontario già nelle fasi iniziali e individuare i giovani che rischiano di cadere in questo fenomeno.
Si studia anche come promuovere, in collaborazione con le regioni, l’istituzione e il rafforzamento dei centri di consulenza giovani all’interno dei distretti delle aziende sanitarie. Lo scopo è quello di arrivare a plasmare un sistema integrato e coordinato che si prenda cura della salute e del benessere delle fasce più giovani della popolazione.
Il nuovo sistema si preoccuperebbe appunto della prevenzione di eventuali condizioni patologiche, cercando di individuare in maniera tempestiva le situazioni di disagio e intervenire anche a sostegno delle famiglie. Un approccio che prevede frequenti visite domiciliari e anche il ricorso alla telepsichiatria.
Il governo appare intenzionato anche a promuovere periodicamente uno studio su scala nazionale in grado di coinvolgere tutte le fasce d’età della popolazione. L’obiettivo è quello di capire quanto sia diffuso il fenomeno dell’hikikomori e quali ricadute abbia. Previste anche campagne informative e di salute pubblica, oltre che una formazione specifica per insegnanti e operatori del settore.