Il freddo, un rumore inquietante o una bella canzone possono scatenare la stessa reazione: la pelle d’oca. Ma perché il nostro corpo reagisce in questo modo?
Quando fa freddo o proviamo una forte emozione, i nostri peli si rizzano e si formano piccole protuberanze sulla superficie della pelle. Questa si chiama pelle d’oca. L’espressione è molto eloquente perché in questi casi la nostra pelle assomiglia davvero a quella dei gallinacei una volta spiumati!
Come si attiva la pelle d’oca? Questa reazione è un meccanismo di difesa, chiamato “piloerezione”. In caso di abbassamento della temperatura, ad esempio all’uscita dalla piscina, i termo recettori distribuiti sulla nostra pelle allertano il cervello, che invia un messaggio al sistema nervoso. Quest’ultimo ordina ai muscoli erettori o orripilatori, situati alla base di ciascun pelo, di irrigidirsi.
Nei mammiferi, come nell’uomo, questa contrazione aiuta a riscaldare l’epidermide: le piume o i peli intrappolano l’aria e creano così uno strato isolante che protegge dal freddo. Non siamo più pelosi come i nostri antenati, ma abbiamo mantenuto questo meccanismo di difesa. Perché anche le emozioni forti provocano la pelle d’oca?
“Pelle d’oca”: sai a cosa è dovuta?
La pelle d’oca non è solo una reazione fisiologica. Può apparire in caso di forti emozioni, come paura o piacere. La pelle d’oca scatenata da una bella canzone o da un momento di paura fanno parte dello stesso processo. Se senti un rumore acuto in una foresta di notte, o una porta che cigola in una vecchia casa, il tuo corpo rilascerà adrenalina stimolando una reazione emotiva.
È una reazione del tutto naturale: la respirazione accelera, il corpo suda, il battito cardiaco aumenta… e i peli si rizzano. Questo riflesso si osserva negli animali pelosi: ad esempio, di fronte a un nemico, un gatto aumenterà di dimensioni. Un suono inaspettato proveniente da un brano musicale (una voce sorprendente, un cambiamento di ritmo, ecc.) provoca la stessa reazione.
“Le vibrazioni delle corde vocali del cantante possono essere simili a quelle di una persona che grida aiuto”, ha detto il ricercatore. Tuttavia, il cervello analizza rapidamente che questa non è una situazione pericolosa e capisce che non deve attivare dei meccanismi di auto difesa. La sorpresa è positiva e l’ascoltatore può apprezzare la musica che si offre alle sue orecchie.