Il mondo è malato è continua disperatamente a farcelo capire. Ecco i segnali inquietanti dello scorso mese di settembre
La Terra ci sta lanciando ormai da tantissimo tempo dei segnali preoccupanti circa il suo stato di salute. Lo ha fatto per tutta l’estate che ci siamo messi alle spalle e anche nel mese di settembre che ha segnato l’avvio dell’autunno. Il cambiamento climatico non può più essere qualcosa che possiamo ignorare.
L’estate che ci siamo messi alle spalle sarà ricordata sicuramente come l’estate più pazza della storia. Eventi estremi e ribaltoni atmosferici che sono tutti indicatori di un pianeta malato, che sta cercando di farcelo capire in tutti i modi.
Purtroppo, abbiamo ancora negli occhi le drammatiche immagini dell’alluvione che alcuni mesi fa in Emilia Romagna ha causato morte e distruzione. Ma per eventi estremi non possiamo non considerare anche le temperature invivibili che il mese di luglio ha fatto registrare. La colonnina di mercurio è rimasta costantemente sopra i 40 gradi centigradi e in alcune zone ha sfiorato anche i 50 gradi.
E che dire della grandinata di inizio agosto, che ha colpito soprattutto il Nord del Paese? Come detto, il pianeta è malato. Malato per via dell’inquinamento che ha provocato il riscaldamento globale, a sua volta causa dei pericolosi cambiamenti climatici che si registrano a ogni latitudine. Anche quello che abbiamo vissuto nello scorso mese di settembre non è infatti per nulla normale.
Il mese di settembre è quello che segna l’avvio della stagione autunnale. Cosa che è avvenuta, almeno formalmente. Anzi, solo formalmente, dato che un po’ ovunque registriamo temperature nettamente sopra la media del periodo. In particolare, alcune zone del nostro Paese hanno vissuto e stanno vivendo temperature anche sopra i 30 gradi centigradi.
Non si tratta solo di una percezione. I dati del Climate Change Service di Copernicus ci dicono infatti che il settembre 2023 sia stato il settembre più caldo della storia. Un dato preoccupante quello che arriva dunque dal programma di collaborazione scientifica dell’Unione Europea che si occupa di osservazione della Terra.
Secondo i dati di Copernicus, la temperatura media globale dell’aria è stata di 16,38 °C, che significa 0,93 °C in più della media per lo stesso mese tra il 1991 e il 2020, il trentennio di riferimento, e 0,5 °C in più rispetto al precedente massimo storico, registrato nel settembre del 2020.
Una situazione che, se evidentemente può sembrare positiva, con le spiagge ancora affollate, è sicuramente indicativa di un bioritmo del pianeta ormai totalmente alterato, il che fa elevare i rischi di eventi estremi, un po’ in ogni parte del mondo. Il 2023 sarà con ogni probabilità l’anno più caldo della storia.
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