C’è una data importantissima da non dimenticare altrimenti si perderà la pensione. Vediamo insieme di cosa si tratta.
C’è una data che bisogna segnarsi sul calendario o si perderà la pensione. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli.
In questo contesto di bollette alle stelle e rialzi in tutti i settori, non è proprio il caso di perdere la pensione. Il rischio però c’è. Possono perdere la pensione tutti coloro che non fanno richiesta entro l’ultima data disponibile per il 2023. I modi per fare richiesta sono, come sempre, i seguenti:
Come anticipato c’è una data importantissima da non dimenticare altrimenti si potrà dire addio alla propria pensione. Vediamo allora qual è questa data così importante.
Si tratta del 30 novembre. Il 30 novembre sarà l’ultimo giorno utile per presentare la richiesta per accedere alla pensione con Ape sociale. Per poter fruire di questa misura di prepensionamento, le date per fare domanda sono soltanto tre:
Chi presenterà domanda oltre tale data non verrà considerato e perderà la pensione. Naturalmente scegliere una data piuttosto che un’altra dipende da quando il soggetto raggiunge i requisiti richiesti. Per poter andare in pensione con Ape sociale, infatti, è necessario avere già compiuto 63 anni di età e avere un requisito contributivo minimo di 30 anni o, per chi svolge mansioni usuranti, di 36 anni.
Ape sociale, però, non si rivolge a tutti ma solo alle seguenti categorie:
Le prime tre categorie possono accedere alla pensione anticipata con Ape sociale a 63 anni con 30 anni di contributi; gli addetti a mansioni usuranti, invece, devono avere almeno 36 anni di contributi. Si ricorda che con Ape sociale, finché una persona non avrà raggiunto 67 anni, l’assegno previdenziale non può mai essere superiore a 1500 euro al mese. Inoltre questa misura non è soggetta a rivalutazione e non prevede né la tredicesima né la quattordicesima.
Il Governo Meloni ha deciso non solo di riconfermare Ape sociale anche per il 2024 ma anche di rafforzarla ampliando la platea dei beneficiari. Potrebbe, infatti, essere estesa alle donne andando a sostituire Opzione donna. Infatti, attualmente, le due misure sono davvero molto simili.
Anche Opzione donna, a partire dal 2023, si rivolge solo a caregiver, disabili almeno al 74%, donne disoccupate e dipendenti di aziende in crisi. È vero che se Opzione donna venisse assorbita da Ape sociale l’età pensionabile si alzerebbe da 60 anni a 63; ma ci sarebbe l’enorme vantaggio che l’assegno previdenziale non verrebbe più ricalcolato con il sistema contributivo.
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