La situazione di emergenza in Italia non mira a diminuire, ci sono ancora parecchie difficoltà che impediscono alle persone di vivere serenamente. Ad avvertire il disagio in maggior modo sembrano essere le famiglie. Riuscire a far quadrare i conti non è di certo semplice e quindi si cerca anche di mettere in atto tecniche per riuscire a risparmiare, in base al proprio stipendio.
Si gioca quindi con le percentuali da apporre sul proprio salario. Il 50% dello stipendio viene destinato alle spese fisse, come affitto, mutuo, bollette, ecc. Il 30% è destinato alle spese flessibili come gli abbonamenti, gli hobby e le uscite, mentre il 20% è destinato al risparmio. Ma non sempre è semplice mettere in pratica questa tecnica, in quanto l’inflazione ha causato la lievitazione dei prezzi.
A fine mese le spese sono davvero tante. Quindi la maggior parte delle famiglie, oltre ad approfittare delle agevolazioni erogate dal governo come i bonus sulla spesa, adotta anche accorgimenti. Per fortuna arriva un sostegno, ovvero un’indennità di circa 1000 euro per i lavoratori: scopriamo però come funziona nel dettaglio.
Questo sostegno è stato realizzato per i disoccupati che abbiano lavorato con un contratto di somministrazione a tempo determinato, indeterminato o apprendistato. Il valore va dai 780 ai 1000 euro, e l’importo dipende da alcuni fattori, come da quanto tempo sono disoccupati e i giorni maturati prima di restare senza lavoro. Il suo scopo si avvicina molto alla Naspi o la Dis Coll, quindi che aiuta coloro che restano senza occupazione. Nello specifico per i lavoratori che appunto non lavorano più, ma che prima lo facevano con contratto di somministrazione.
Tra i requisiti richiesti c’è quello di essere disoccupati per almeno 45 giorni e maturato almeno 110 giorni di lavoro nell’ultimo anno e abbiano finito la MOL, ovvero la procedura in Mancanza di Occasioni di Lavoro. Inoltre, che non abbiano più un lavoro da almeno 45 giorni e maturato almeno 90 giorni di lavoro. Nel primo caso viene riconosciuto un contributo di 1000 euro. Nel secondo caso, invece, parliamo di un contributo di 780 euro.