Veronica Gentili non ha mezzi termini e si sfoga in un modo in cui nessuno l’aveva mai vista: ecco cosa l’ha fatta arrabbiare e cos’ha detto
Giornalista che proprio quest’anno saluta Rete 4, dove per anni ha condotto il talk show Controcorrente per passare alla conduzione de Le Iene, Veronica Gentili è uno dei volti più apprezzati della televisione giovanile. Fresca, decisa e mai sopra le righe, riesce a moderare anche le discussioni più accese e si è sempre distinta per precisione e capacità di prendere posizione.
Questa sua capacità, che probabilmente le sta valendo un’ottima carriera dato i programmi che conduce e ha condotto nonostante la sua giovane età, è di recente emersa di nuovo. Un fatto di cronaca l’ha infatti accesa e, sui propri profili social, non è riuscita a contenersi e ha dato vita a uno sfogo decisamente aspro: ecco cos’è successo.
Veronica Gentili, la denuncia è spietata
Sono moltissimi gli uomini e le donne che ultimamente hanno voluto prendere un’aperta e chiara posizione contro certi avvenimenti che sono accaduti nel mondo e che hanno sconvolto tutti. In particolar modo, Veronica Gentili si è sentita toccata dalle molestie subite in diretta da una collega spagnola che, mentre faceva un servizio, è stata palpeggiata da un passante, il quale poi è stato arrestato. La notizia ha scosso gli animi e, sebbene molti abbiamo giudicato come giusta la pena data all’uomo, per altri invece è eccessiva poiché, a loro dire, si trattava solo di goliardia.
Sul proprio profilo Instagram, quindi, la giornalista ha condiviso un video in cui dice espressamente quanto pensa in merito. “A qualcuno sembrerà incredibile, ma le chiappe di una donna non sono patrimonio pubblico” dice, sottolineando che un bel lato B non dà a nessuno l’autorizzazione di essere toccato e palpato, omaggiato. Per quanto si creda ancora che fare questi gesti sia un segno di virilità, in realtà la giornalista sottolinea come anche questa parte del corpo così bistrattata appartiene solo e soltanto alla donna e nessuno ha il diritto di violarla, senza il suo consenso.
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“Una cultura che tollera che il sedere di una donna si possa toccare a piacimento è il prodromo di una cultura che giustifica lo stupro con il: ma in fondo se l’è cercata“, conclude infine, lanciando una bella frecciatina a tutti coloro i quali la pensano ancora così.