In arrivo una nuova mazzata che sta facendo arrabbiare i cittadini. C’è una tassa aggiuntiva sul frigo, ecco quanto bisognerà pagare
Uno dei principali problemi che sta mettendo alle strette milioni di cittadini in tutta Italia sono le bollette. Il caro vita si sta facendo sentire in maniera sempre più importante, e aumenta il numero di famiglie che ha difficoltà ad arrivare alla fine del mese. E i prossimi mesi saranno ancora più delicati, considerando l’arrivo dell’inverno e la bolletta del gas che inevitabilmente andrà ad aumentare.
E non è finita qui perché, stando a quanto emerso, potrebbero esserci nuove tasse in arrivo. Una in particolare, che già da ora sta facendo parecchio discutere e arrabbiare i contribuenti. Pare infatti che verrà introdotta un’imposta aggiuntiva sul frigo, in determinati casi. Ecco quanto saremo costretti a pagare.
Tassa sul frigo: come funziona e quanto bisognerà pagare
Ennesimo caso di rincari selvaggi, che questa volta va a riguardare i frigoriferi. Secondo quanto emerso, a breve verrà introdotta una nuova tassa che obbligherà i cittadini a pagare ancora più soldi. Frutto di un caro vita e di un’inflazione che non vogliono diminuire e stanno mettendo alle strette milioni di residenti in tutta Italia.
Alcuni supermercati di Roma, infatti, all’interno dello scontrino stanno aggiungendo la cosiddetta frigo tax. Ossia un’imposta dedicata a tutti quei prodotti che si trovano in frigorifero come possono essere bevande e lattine. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’aumento medio dei prezzi sarebbe di 20 centesimi rispetto al prezzo della stessa bibita ma negli scaffali. I gestori hanno spiegato che l’obiettivo è contrastare i rincari delle bollette energetiche.
Non è un segreto infatti che dietro questa scelta ci siano l’inflazione e il costo sempre più alto di luce, gas e delle materie prime. L’aspetto più sconcertante è però il fatto che questo costo aggiuntivo delle bevande in frigorifero sia stato istituzionalizzato. Tanto che all’interno dello scontrino fiscale c’è la voce dedicata proprio alla conservazione dei prodotti in frigorifero.
Per una normale bibita gassata a temperatura ambiente potreste arrivare a pagare una cifra di 30 centesimi a seconda della marca. La volete più fresca e da prendere in frigo? Il costo sale a 50 centesimi alla cassa. Mancano però tabelle e valori di riferimento vicino agli scaffali, motivo principale che ha scatenato la rabbia dei consumatori. I 20 centesimi aggiuntivi vengono infatti dichiarati solo al momento del pagamento.