SEU è un batterio pericoloso che sta colpendo in particolare modo i nostri bambini. Ecco che cos’è e come si trasmette: tutte le informazioni.
Una bambina è venuta a mancare a 2 anni per la grave infezione, mentre un’altra è in terapia intensiva. Nel giro di pochi giorni i due ricoveri hanno posto l’attenzione sulla malattia che sta colpendo i più piccoli nei primi anni di vita.
Nelle ultime settimane non si fa altro che parlare della malattia che sta colpendo diversi bambini soprattutto in Toscana dati i due casi che si sono verificati. La bambina deceduta a due anni è morta a Firenze dopo aver contratto la SEU, la sindrome emolitico-uremica. Il decesso è avvenuto all’ospedale Meyer del capoluogo toscano.
L’altra bambina è invece ricoverata in terapia intensiva ad Arezzo. Entrambi i ricoveri sono stati registrati a distanza di pochi giorni, mettendo in evidenza il serio problema della malattia. Le notizie, infatti, hanno allarmato la popolazione e si è fatto luce su cos’è e come si trasmette la sindrome.
La SEU è un batterio emolitico-uremica che sta colpendo diversi bambini in questi ultimi giorni, provocando decessi e casi gravi. Si tratta di una malattia che si presenta nei bambini con insufficienza renale di gravità variabile, anemia severa e piastrine basse.
La maggior parte dei sintomi compaiono dopo qualche giorno. I bambini hanno diarrea senza sangue, oppure diarrea mista a muco e sangue, in base ai casi specifici. L’elemento che preoccupa di più i genitori e che li spinge a portatli al pronto soccorso è il fatto che il bambino di solito non fa pipì.
In alcuni casi il soggetto che ha contratto la SEU avverte sintomi come debolezza e confusione. La malattia, come già anticipato, colpisce in prevalenza i bambini al di sotto dei 5 anni, causando dunque coaguli di sangue in tutto il corpo. Una situazione che impedisce l’apporto di sangue agli organi vitali.
Molto spesso inoltre tale sindrome è provocata da una grave infezione intestinale dopo aver ingerito cibi contaminati da batteri come l’Escherichia coli. La malattia viene trasmessa soprattutto per via alimentare, in particolare tramite frutti di bosco e latticini. Alle volte anche attraverso il contatto con animali ruminanti che sono infetti.
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