Ecco cosa c’è da sapere sulla gestione separata che facilità l’accesso alle pensione anche con 15 anni di contributi. Tutti i dettagli al riguardo
Arrivare alla pensione sembra ormai diventato per molti un miraggio, soprattutto per i lavoratori più giovani che iniziano a versare i contributi ben oltre l’età media di qualche anno fa. Ecco perché è il Governo che sta iniziando a lavorare a possibili soluzioni alternative per venire incontro a ogni fascia di cittadini.
Tra le norme già vigenti, dovete sapere che con la gestione separata viene facilitato l’accesso alla pensione con soli 15 anni di contributi. Ma come funziona? Cosa dice l’Inps a riguardo? Ecco tutte le informazioni che dovreste conoscere, in questo modo avrete un quadro più chiaro su quelli che sono i vostri diritti che il Fisco ha messo a disposizione.
All’interno del nostro ordinamento, ci sono diverse modalità che fanno sì che gli spezzoni contributivi vengano riuniti. Così da poter conseguire un unico trattamento pensionistico. Una di queste è la Gestione Separata dell’Inps, di cui probabilmente avrete già sentito parlare. Grazie ad essa, è possibile riunire gratuitamente tutta la contribuzione non coincidente posseduta presso altri fondi di previdenza, escludendo solo il fondo clero e le casse libero professionali.
A potersi avvalere della facoltà appena citata sono tutti gli iscritti alla Gestione Separata – che hanno ricevuto dunque almeno un contributo mensile accreditato – con anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995 o con almeno 15 anni di contribuzione di cui 5 dopo il 31 dicembre 1995. Per la verifica dell’anzianità contributiva, si tiene conto di tutta la contribuzione presente nella Gestione Separata.
Per quanto riguarda i requisiti di accesso e di calcolo, invece, si tiene conto di quelli previsti per i lavoratori che hanno avuto un primo accredito contributivo dopo il 1° gennaio 1996. Grazie a questo, i lavoratori hanno la possibilità di accedere alla pensione di vecchiaia (a 67 anni e con 20 anni di contributi) e a quella anticipata (con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne).
Vengono considerate come parte favorevole al computo anche altre prestazioni previdenziali come la pensione di inabilità, l’assegno ordinario di invalidità, la pensione indiretta ai superstiti e la pensione supplementare. Per maggiori informazioni, è comunque possibile recarsi presso gli uffici dell’Inps per presentare la propria situazione nello specifico e sapere quando sarà possibile richiedere i documenti per andare in pensione.
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