L’Italia nel piatto e le tante specialità che la nostra cucina sa regalare. Alla scoperta delle origini di piatti iconici della nostra gastronomia.
Se si pensa alla incredibile regione della Sicilia e alle sue spettacolari prelibatezze gastronomiche non si può fare a meno di notare una influenza significativa da parte di una cultura straniera che è stata preponderante in questa parte dell’ Italia. Per ben 250 anni la dominazione araba in Sicilia ha influito notevolmente sulla cultura di questa grande isola.
Basti pensare alla stessa influenza sull’architettura, l’urbanistica delle città, ma anche gli usi, i costumi della Sicilia. Addirittura il dialetto è stato “contaminato” dalla lingua araba. Ma non è tutto, dato che la stessa gastronomia ha avuto il suo ruolo importante, assorbendo delle tradizioni di questa incredibile cultura così presente in Sicilia e nonostante siano passati ben 1000 anni dalla fine della dominazione araba in Sicilia, vi sono dei piatti siciliani di origine araba che vanno assolutamente assaggiati.
Arabia e Sicilia: due culture ben “mescolate”
La cultura siciliana e quella araba appaiono davvero ben “mescolate” è il caso di dire – come se fossero due ingredienti – in un sodalizio che dimostra come questa dominazione araba abbia lasciato davvero il segno in Sicilia, ancora oggi a distanza di tanti anni dalla fine della dominazione araba in terra sicula. In merito alla cucina e alle tradizioni culinarie dell’isola bisogna dire che gli arabi hanno portato in questa regione italiana delle nuove tecniche di agricoltura e pesca. Ma non solo anche delle colture come ad esempio quella del riso, della pasta, dei fichi d’india, dei pistacchi, degli asparagi, delle arance.
Tra le pietanze che siamo soliti gustare in Sicilia – e che hanno origini “arabe” – c’è il couscous di pesce, importato proprio durante la dominazione. Preparato nella “couscoussiera” divisa in due parti. Il pane fresco – detto cudduruni – lega le due parti della pietanza, ossia il brodo di pesce e la semola. Non manca all’appello un’altra pietanza ben conosciuta in Sicilia: la famosa arancina – di forma tonda e molto presente nella parte occidentale della Sicilia – o arancino – sempre tondo, ma maggiormente a punta, prodotto nella parte orientale dell’isola. Si tratta di una palla di riso fritta che erano soliti preparare proprio gli arabi. L’ impanatura – la pastella per panare l’arancino o arancina e poi friggere – invece non ha origine arabe, ma italiane. Era utile per conservare meglio il prodotto e per trasportarlo soprattutto.
La pasta e i dolci siciliani dal sapore “arabo”
La pasta – per come la intendiamo noi – è di origine araba, ma diventa davvero italiana solo quando viene inventata quella al pomodoro. Furono proprio gli arabi a portarla poi in Sicilia. Per quanto riguarda i primi piatti siciliani, di origini arabe c’ è la pasta mare e monti. Come base vi è la classica pasta con le sarde – tipico piatto di mare della cucina siciliana – a cui si aggiunsero altri ingredienti come il finocchietto selvatico, lo zafferano e i pinoli. La pietanza nacque dall’unione di pesce e verdura e fu inventato da un generale durante una campagna militare.
Se invece si pensa alla pasticceria siciliana, la famosa pasta di mandorle fu importata proprio dagli arabi in Sicilia. Mescolando zucchero di canna, spezie e frutta secca – mandorle macinate per l’esattezza – è nata così la pasta reale – altro nome con cui è conosciuta la pasta di mandorle. La sua apparizione in Sicilia appare nel lontano VI secolo. Non manca poi all’appello un dolce iconico della pasticceria araba: la cassata. Unione di due culture, quella italiana – con al presenza della ricotta nell’impasto interno – e quella araba – con canditi e pasta di mandorle. Un connubio perfetto che testimonia questo matrimonio tra le due culture.